Ma chi mai amerebbe mai una bestia? Il segreto del successo di questa favola risiede probabilmente nella capacità di saper conservare in ogni sua versione e/o libero adattamento, una magia in grado di far battere il cuore dei grandi e dei più piccini e nel contempo porsi come portatrice di messaggi semplici, immediati e quanto mai attuali come, primo fra tutti la necessità, che diviene successivamente opportunità, di sforzarsi di guardare oltre l’apparenza, oltre lo strato più superficiale delle cose e delle persone, sia a livello estetico che comportamentale. Belle, ha già un cuore predisposto a vedere “oltre”, lo si evince quando, ad esempio, per tranquillizzare il padre, gli dice di non avere troppa paura di andare al castello della Bestia, perché nessuno potrebbe coltivare rose così belle se non avesse un cuore gentile. Ma è comunque con la vicinanza forzata della Bestia, con l’abitudine alla sua presenza e ai suoi bruschi modi, ed infine con la nascita dei primi sentimenti, che andranno oltre la compassione diventando puro affetto, che Belle vedrà davvero “oltre”!

Quindi il secondo messaggio, potente, coinvolgente, è che l’amore, quello vero, compie miracoli: può far maturare lei fino ad amarlo oltre la sua fisicità, e può tramutare la bestialità di lui in umanità.