Quanto spesso pensi all’Impero Romano?
I nostri spettatori hanno ammesso di averci pensato un po’ più spesso, dopo l’uscita de “Il Gladiatore II”
Circa un anno fa, nell’autunno del 2023, un trentaduenne svedese che si firma Gaius Flavius su TikTok ha pubblicato un video in cui, rivolgendosi alle donne, suggeriva: “Molte di voi non capiscono quanto spesso gli uomini pensino all’Impero romano. Chiedete al vostro marito/fidanzato/padre/
Il video è diventato presto virale, raggiungendo la quota di sessantamila persone in pochi giorni e, come prevedibile in questi casi, ha dato vita a un vero e proprio trend. Negli Stati Uniti, fra gli utenti di TikTok e Reddit, la domanda “Quanto spesso pensi all’Impero Romano?” ha raccolto un numero sorprendente di risposte positive, e l’hashtag #RomanEmpire ha totalizzato più di un milione di post.
Sono passati venticinque anni da quando Russel Crowe ha infiammato i cinema (e i cuori) di tutto il mondo con “Il Gladiatore”. E Ridley Scott, che di anni ne ha ottantasette, confezionando l’attesissimo sequel ha dimostrato di conoscere e saper interpretare i gusti della contemporaneità meglio di chiunque altro.
Noi che abbiamo visto “Il Gladiatore II” già lo scorso weekend, confermiamo che il numero di volte in cui pensiamo all’Impero Romano è cresciuto esponenzialmente questa settimana: non solo ci siamo chiesti quanto c’è di storicamente accurato tra le scene del sequel con Paul Mescal e Pedro Pascal, ci siamo anche interrogati a lungo su chi dei due fosse il vero eroe – o meglio, il vero sex symbol – della pellicola.
La risposta alla prima domanda è che il nuovo Gladiatore, più che raccontare pedissequamente le vicende dell’Antica Roma, offre uno specchio del mondo contemporaneo: Ridley Scott accarezza i gusti degli spettatori, li soddisfa con scene spettacolari e l’uso fantasioso della CGI. In poche parole, qui sono gli attori a esibirsi nell’arena, per dare al pubblico ciò che vuole: un film epico e imperdibile.
Quanto alla seconda domanda, c’è un personaggio di cui non abbiamo ancora parlato, in grado di scombinare gli equilibri: l’astuto, machiavellico, elegantissimo Macrino, interpretato egregiamente da Denzel Washington.
L’ultima cosa che viene da chiederci è se, da fan del primo Gladiatore e nostalgici dell’interpretazione di Russel Crowe, valga la pena chiudere il cerchio immergendosi nel sequel. Naturalmente, è un sì. Perché Ridley Scott è fra i pochi che sanno ancora cosa dare al pubblico: intrattenimento puro, emozioni forti. Le atmosfere di un genere che resiste intramontabile da tempo immemore a tutti i cambiamenti: il kolossal.