"Povere Creature!"

Tutte le ragioni per amare Bella Baxter

Chi sono davvero le povere creature raccontate nell’ultimo film di Yorgos Lanthimos? Affascinanti esperimenti, mostri generati da indagini scientifiche, o uomini e donne privi di sentimenti intrappolati nella rigida morale della “buona società”?

Il nuovo film del regista greco di “Dogtooth” e “La Favorita” è tratto dall’omonimo romanzo di Alasdair Grey, uscito nel 1992. Il libro, come il film ambientato in un passato distopico che ricorda l’epoca vittoriana, racconta le avventure di Bella Baxter, vera e propria creatura dello scienziato Godwin Baxter. La fatica di imparare tutto da zero, unita all’irrefrenabile desiderio di scoprire il mondo e comprenderlo nel profondo, con tutte le sue innumerevoli contraddizioni, fanno di Bella l’eroina anticonvenzionale che avevamo bisogno di vedere al cinema.

Bella Baxter è nel vero senso della parola una creatura libera: non contaminata cioè dalle convenzioni, dalle ingiustizie e dal peso di ciò che le buone maniere consentono oppure no di fare o mostrare agli altri, e così è in grado di indagare sulle ipocrisie del genere umano dal momento in cui ne fa esperienza per la prima volta.

Tutti i personaggi che attraversano la vita di Bella facendo da contorno al suo percorso di formazione e automiglioramento costituiscono per lei uno spunto per imparare ed evolversi ancora. Questo, a prima vista, può portare lo spettatore a intravedere nel tema dell’emancipazione femminile e del riscatto femminista l’unico filo conduttore dell’intera epopea, ma in realta c’è molto, molto di più, in questo racconto magistralmente reinventato da Lanthimos.

C’è una prospettiva scomoda da cui siamo costretti a guardare la sessualità, liberando anche noi spettatori, si spera, dalle inibizioni e dai tabù che ci spingono a bollare con troppa facilità un contenuto sincero come esplicito e, dunque, “proibito” per qualcuno.

C’è una riflessione nuova da cui partire per esaminare il concetto di mostro: non più il goffo gigante di Frankenstein, condannato alla ripugnanza estetica e desideroso soltanto di essere amato, e nemmeno le creature reiette di Tod Browing che nel 1932 raccontava il destino ineluttabile dei Freaks. Bella Baxter ci apre gli occhi e rende chiaro come tutti noi possiamo sperimentare entrambe le condizioni, ed essere creatori o creature allo stesso tempo, a seconda di qual è la misura in cui sacrifichiamo il desiderio di essere liberi in nome del giudizio della società.

Bella Baxter vuole la verità, e ci suggerisce di unirci alla sua causa senza inibizioni, traendo ispirazione da un mondo fantastico per portarci a casa l’insegnamento che vale anche qui, nella realtà: non esiste emancipazione senza la conoscenza e la scoperta, in qualunque forma esse si manifestino.

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